RIPARTENZA

“RIESCE CHI RI-ESCE,

esce ogni volta incontro al mondo”

( A D’Avenia, Resisti, cuore.  L’odissea e l’arte di essere mortali)

Cos’è la ripartenza se non un’esigenza intrinseca alla vita? Nella nostra natura è insito il bisogno di rinnovamento, di adattamento a nuove situazioni e di cambiamento. Il “fare la muta” non appartiene solo agli animali, e nell’immaginario comune ai serpenti, ma anche all’essere umano che idealmente si “spoglia” dei vecchi abiti che nel processo di crescita ed evoluzione diventano troppo stretti e inadatti, e lo fa periodicamente.

Il mondo animale ci insegna che questo ricambio fisiologico è più frequente nei giovani (guardiamo ai nostri bambini e adolescenti) e meno frequente, ma irrinunciabile, con l’avanzare dell’età, che “nel mentre” si è più vulnerabili, sensibili e a volte “aggressivi”, come istinto di conservazione e protezione, e che se la muta viene interrotta o non si compie (ma anche se diventa troppo frequente)  si è di fronte a una patologia. Un po’ accade anche all’uomo che nella stasi, nell’opposizione al cambiamento o nella frenesia di questo si trova intrappolato in crisi, sintomi e malattie. Ma “quando la vita si ammala è perché vuole guarire”  (A. D’Avenia) e proprio la muta del serpente è un modo per “ripulirsi” (dai parassiti), guarire, rinnovarsi e RIPARTIRE.

Ripartire però non riveste solo un bisogno evolutivo naturale, ma in quanto essere umano si riveste – spogliandosi- di significati esistenziali.

Li abbiamo “scartati” e “assaggiati” insieme martedì 23 settembre durante un incontro proprio su questo tema, “RI-partenza. Il coraggio di essere se stessi”, sapendo però che non basta “intuire” o scoprire dei significati ma bisogna farli propri, interiorizzarli con consapevolezza e praticarli, ovvero agirli nella pratica che – se condivisa  – acquista non solo più valore (in termini di valorizzazione personale e arricchimento reciproco) ma diventa anche un fecondo progredire.

Nell’omonimo film Forrest Gump diceva: “la vita è una scatola di cioccolatini, non sai mai quello che ti capita”, così come i significati che si possono intuire in ogni situazione e che per ognuno sono diversi,  tuttavia Forrest aveva scelto di correre, non si era fermato all’intuizione e all’assaggio, ne aveva fatto processo e percorso di vita.

Ed è in questa scia che la proposta non può fermarsi ad un assaggio ma intende  articolarsi in un percorso,  a cadenza mensile, suddiviso in tre tappe: partire, viaggiare e RI-tornare. Tre tappe  che seguiranno l’etimologia di queste parole, perché andare all’essenza ci riconnette meglio al significato, e che non a caso sono verbi (perché è il verbo che indica l’azione) e, in parte, si ispirano alla rilettura dell’Odissea  fatta da A D’Avenia nel suo ultimo libro “Resisti,cuore. L’odissea e l’arte di essere mortali” che ben si intreccia con gli obiettivi del counselling e i principi  della Logoterapia. Tre tappe, divise in 9 incontri, come una gestazione, che si realizzeranno attraverso il contributo di pensieri, parole e immagini che verranno stimolati all’interno del  gruppo, vera fucina creativa.

Riscoprire,  dare voce ed espressione al bisogno di Ripartenza con le fasi che ne seguono  e riportare in luce la bellezza della “ritualità” di questo movimento trasmutativo è l’equivalente di invitare tutti, uomini e donne, a porsi nei confronti della vita “in stato interessante”, ovvero far crescere dentro di sè la propria essenza e la propria verità.

La postura “in stato interessante”, lo stato di colui o colei che stabilisce una connessione o un legame con qualcosa (un progetto o semplicemente il mondo e la sua bellezza) o qualcuno (gli altri, l’Altro), sia nel mondo sensibile e concreto sia nel mondo invisibile e infinito (a cui  la nostra spiritualità anale), è quindi lo stato creativo per eccellenza, che fa nascere qualcosa di nuovo ed inedito. Perché l’atteggiamento con cui striamo di fronte alla vita fa sempre la differenza.

E quindi “che tu sia gazzella o leone, sciogli i nodi e gli ormeggi e INIZIA A CORRERE”. Come dicevano i latini “festina lente” (affrettati lentamente), ovvero scegli di procedere con costanza, non accelerare, guarda meglio ma avanza, sapendo che è nell’equilibro che  sta la salute.  

Il percorso proposto nasce proprio da fatto che prendere consapevolezza dei “passi” è il presupposto di un cammino autentico.

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